La grande storia della cupola del Duomo di Firenze

1468

Architetto, ingegnere, scultore, matematico, orafo e scenografo, Filippo Brunelleschi, nato a Firenze nel 1377, fu uno dei primi tre grandi iniziatori del Rinascimento fiorentino con Donatello e Masaccio, ideatore della prospettiva a punto unico di fuga e di opere come le statue per Orsanmichele, lo Spedale degli Innocenti, la Basilica di San Lorenzo, la Cappella de’Pazzi, e molte altre.

Ma il suo capolavoro resta la cupola di Santa Maria del Fiore, la più grande in muratura mai costruita al mondo, che in quest’anno spegne le sue 600 candeline di compleanno.

Filippo Brunelleschi

Dal 1404 al 1417, Filippo Brunelleschi, come architetto, fu interpellato più volte dalla fabbrica del Duomo, dove era stato costruito il tamburo ottagonale, alto 13 metri dal soffitto della navata maggiore, largo non meno di 42 metri, con muri spessi 4 metri, che aveva complicato il progetto originario di Arnolfo di Cambio.

La cupola della chiesa sarebbe risultata enorme e le tecniche tradizionali che prevedevano impalcature e armature in legno assolutamente inadatte per quelle altezze vertiginose e per la vastità dello spazio da coprire e, per risolvere il problema, il 19 agosto 1418 fu bandito un concorso pubblico, con il premio di 200 fiorini d’oro a chi avesse fornito modelli e disegni appropriati per le centine, le armature, i ponti, le macchine per sollevare il materiale, e quant’altro era utile allo scopo.

Il modello della cupola

Su 17 partecipanti rimasero in lizza Filippo Brunelleschi, che perfezionò il suo modello in legno, grande come un forno, per dimostrare che la cupola si poteva fare anche senza un’armatura interna e, alla fine del 1419, nello spiazzo tra il Duomo e il Campanile di Giotto, inscenò, con il suo collega e amico Lorenzo Ghiberti, una dimostrazione realizzando un modello della cupola, in mattoni e calcina, priva d’armatura.

La dimostrazione di Filippo ebbe successo, così la consultazione finale assegnò i lavori a Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, festeggiati con una colazione ricca di vino, baccelli, pane e melarance.

I lavori iniziarono il 7 agosto 1420 e l’Opera del Duomo aveva disposto che il modello da seguire fosse quello costruito da Filippo Brunelleschi in piazza, che fino al 1431 rimase visibile per tutti i cittadini.

Il progetto del grande architetto vedeva la costruzione di una cupola a doppia calotta con camminamenti nell’intercapedine, edificabile con impalcature autoportanti, senza armatura, una soluzione avveniristica che non ebbe vita facile, e che vinse a poco a poco le perplessità, le critiche e le incertezze degli Operai del Duomo che gli affidarono l’incarico solo fino a un’altezza di 14 braccia fiorentine, riservandosi la conferma a un momento successivo.

La tecnica muraria della cupola è in pietra fino ai primi sette metri circa, poi solo in mattoni a spinapesce, dove tra i mattoni orizzontali veniva inserito, a intervalli regolari, un mattone per lungo così che le sporgenze dei mattoni in piedi facevano da sostegno all’anello successivo.

Filippo Brunelleschi migliorò le tecnologie per alzare i pesanti blocchi di laterizio, e durante i lunghi lavori dovette affrontare problemi nel cantiere come lo sciopero dei muratori fiorentini che pretendevano condizioni di lavoro migliori e lui assunse i manovali lombardi meno esigenti.

L’inaugurazione del Duomo di Firenze

Il 25 marzo 1436 ci fu la solenne inaugurazione della cattedrale alla presenza di papa Eugenio IV e Brunelleschi fece costruire un coro ligneo provvisorio intorno all’altare maggiore, con le dodici statue degli apostoli.

La cupola venne terminata il 31 agosto quando il vescovo di Fiesole salì in cima alla volta e benedisse l’opera posando l’ultima pietra, poi il banchetto di celebrazione si svolse quando tutte le campane delle chiese suonavano a festa.