Piero Badaloni: “Spero che in Perù si riescano ad evitare gli errori commessi in Europa”

In occasione delle manifestazioni e delle attività della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, preparate dall’Istituto Italiano di Cultura e la Scuola Italiana Antonio Raimondi, l’ex direttore di Rai International Piero Badaloni ha visitato il Perù. Il Messaggero Italo-Peruviano lo ha incontrato per parlare del Perù, di Rai International e dei suoi prossimi progetti.

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Qual’è stata la sua impressione rispetto al Perù moderno?
C’è una grande vitalità e voglia di crescita, questo mi ha colpito piacevolmente. Spero che in Perù si riescano ad evitare gli errori commessi in Europa, ossia allargare troppo la distanza tra una borghesia che cresce e una povertà che si allarga sempre più.

Ci può raccontare la sua esperienza come direttore di Rai international?
E’ stata un’esperienza in cui ho investito un gran numero di energie, è durata poco più di 2 anni dal 2007 al 2009. In quegli anni continuavano a diminuire i contributi della presidenza del consiglio, però siamo riusciti ugualmente a far conoscere la realtà degli italiani all’estero e abbiamo cercato di migliorare la qualità. Gli italiani all’estero chiedevano sia programmi di qualità sia un maggior pluralismo politico. Per questo ho cercato di rendere il palinsesto più adeguato rispetto ai tempi, forse è questa la ragione per cui mi hanno cacciato.

Durante la sua gestione di Rai Inteernational, perchè avete tolto dal palinsesto la trasmissione Sportello Italia di Francesca Alderisi?
Ho solo cercato di correggere la trasmissione che lei faceva. Era un programma che si rivolgeva ad una minoranza e non era giusto. La proposta che io le feci, fù quella di rimodulare la sua professionalità ed esperienza in un modo diverso, con un format differente e lei non volle. Per questo le nostre strade si separarono.

Perché quando si effettuano i tagli, gli italiani all’estero sono i primi a venir penalizzati?
E’ un atteggiamento miope, credo sia un errore. Il sostegno dovrebbe essere rinforzato perchè gli italiani all’estero promuovono l’immagine del paese, non solo da un punto di vista emotivo ma anche culturale. Se si vuole aumentare l’export dell’Italia si deve passare attraverso l’impegno degli italiani all’estero pertanto una parte degli investimenti dovrebbero essere indirizzati verso questo campo. Oggi la situazione è peggiorata, i fondi sono stati tagliati del tutto e ormai Rai International è diventato solo un palinsesto che offre programmi di altre reti. Bisognerebbe cercare di sollevare gli standard qualitativi. Ancora non riesco a capire perchè nonostante la maggioranza degli italiani preferisca programmi di qualità si continuino ad offrire programmi nazional-popolari a cui è interessata solo una minoranza di persone. Mi auguro che prima o poi la maggioranza riesca a far sentire la sua voce.

Ora che Rai International non c’è più, sembra che l’Italia abbia un po’ dimenticato gli italiani all’estero. Secondo lei esiste la possibilità che questo canale si riprenda?
Si, penso sarebbe utile che chi gestisce Rai internationl faccia il giro del mondo tra le comunità italiane e recependone le richieste ed i messaggi.

Ed ora Lei a cosa si dedica?
Finalmente dopo 40 anni mi posso dedicare alle cose che più mi piacciono come realizzare documentari e scrivere libri. La ragione principale della mia presenza in Perù, è proprio quella di continuare il cammino iniziato 10 anni fa.