L’inquietante storia di come è stato costruito il Ponte del Diavolo a Lanzo

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ponte del diavolo a lanzo

Il Ponte del Diavolo si trova sull’antica strada che da Torino, costeggiando la destra della Stura, giunge a Lanzo attraverso Vena­ria e Cafasse. Unisce il monte Basso e il monte Buriasco, in una stretta gola con le pareti a precipizio, scavate nei tempi preistorici dalla Stura, che for­mava un ampio lago nella piana di Germagnano.

Il ponte è a un solo arco gotico, lungo m. 65, largo m. 2,27 e alto m. 15: ha una gittata di circa m. 37, a schiena d’asino.

Il 1º giugno 1378 la Credenza di Lanzo, radunata nella chiesa di S. Ono­frio in piazza S. Pietro e presieduta dall’allora castellano Aresmino Prova­na, deliberava la costruzione di questo ponte, imponendo per dieci anni un da­zio sul vino. La spesa fu di 1400 fiori­ni.

Costruito dal maligno secondo la leggenda

La fantasia popolare si sbizzarrì a creare leggende intorno all’ardita costruzione, tanto da attribuirla al diavolo:

Si dice che la comunità locale fosse così preoccupata per il crollo di due strutture precedenti da stipulare un accordo con il diavolo in persona. Gli dissero che poteva costruire un ponte infrangibile, ma la prima persona che lo avesse attraversato sarebbe diventata sua schiava.

Il ponte fu costruito solido, ma i Lanzesi giocarono d’astuzia e lasciarono che un cane passasse per primo. Il diavolo, infuriato, avrebbe raggiunto Lanzo con un solo passo, aggirando il ponte. Un passo di tale violenza da lasciare profonde impronte nella roccia rossastra della riva sinistra, che oggi chiamiamo “le Marmitte dei Giganti”.

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Marmitte dei Giganti

Le marmitte dei giganti sono in realtà fenomeni geomorfologici risalenti all’era quaternaria, fenomeni che causarono il progressivo abbassamento delle acque della Stura che prima formavano vero­similmente un grande lago dove ora sorge il comune di Germagnano.

Sono visibili subito a monte del Ponte del Diavolo dietro la cappella di San Rocco. Se ne contano 21 dislocate a quote diverse su 18 metri dal livello della Stura. Furono studiate per la pri­ma volta nel 1882 da Francesco Virgi­lio dell’università di Torino.

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Le pentole del diavolo

Le marmitte più piccole si trovano dietro la cappella mentre la “marmitta grande” è ancora in parte immersa nell’acqua e soggetta ad un  attivo processo di erosione meccanica dovuto ai moti vorticosi causati dal restringimento della go­la e dall’azione dei ciottoli fluviali e dalla sabbia nei periodi di piena. La fantasia popolare le ha denomi­nate “ramine” o pentole, favoleg­giando che servissero ai giganti o al diavolo per cuocervi la minestra.

Il Ponte del Diavolo è una struttura imponente che merita una visita. Riflette in modo molto elegante l’architettura del suo periodo.

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